University of CalabriaHRS4RUniversity of CalabriaHRS4R
University of CalabriaHRS4R
Search
Search
Address bookAddress book
Italian English Chinese French Portuguese Espanol Arabic Russian
Share on FacebookShare on InstagramShare on XShare on WhatsappShare on LinkedinShare on Email

Published Jan. 19, 2023, 9:10 a.m.

Al via il progetto di ricerca Osteonet finanziato dalla UE con 1.5 milioni di euro

La proposta internazionale coordinata dall’Unical ha l’obiettivo di formare una nuova generazione di ricercatori e medici in grado di promuovere lo sviluppo e l’uso clinico di tecniche cellulari multidisciplinari e innovative che consentano all’Europa il primato nei trattamenti di patologie ossee dell’invecchiamento più efficienti e sostenibili e con meno effetti collaterali per i pazienti anziani.

news  ricerca Osteonet

L’Università della Calabria ha firmato il contratto di sovvenzione con la Commissione Europea per il finanziamento del progetto di ricerca “OSTEONET - In vitro 3D cell models of healthy and OSTEOpathological ageing bone tissue for implantation and drug testing in a multidisciplinary NETwork”, ottenuto nell’ambito dell’iniziativa Horizon Europe Marie Skłodowska-Curie Actions Staff Exchange (SE) initiative.

Osteonet, finanziato dalla UE con 1.5 milioni di euro ed il  cui responsabile scientifico è Gerardo Catapano, ordinario di Bioingegneria Industriale del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (DIMEG), si propone due obiettivi principali: 

  1. creare una rete europea di esperti di discipline tecniche e medico/biologiche che possano mettere a frutto le loro conoscenze in modo sinergico per sviluppare modelli cellulari tridimensionali in vitro di tessuto osseo sano e invecchiato per promuovere lo sviluppo della medicina di precisione in campo ortopedico;
  2. formare una nuova generazione di scienziati e ricercatori biotecnologici, di personale infermieristico e di laboratorio, e di clinici del futuro che, inseriti in un ambiente multidisciplinare e intersettoriale, siano in grado di superare la propria diffidenza nei confronti di terapie innovative conoscendone meglio il funzionamento e le caratteristiche più convenienti per il paziente, e di sviluppare sistemi innovativi per il trattamento sostenibile e efficace di pazienti e la diagnostica personalizzata (ad es., bioreattori e sistemi dinamici o microfluidici per la coltura di cellule o tessuti umani) riducendo la dipendenza economica e tecnologica dell’Unione Europea da altri paesi.

Nonostante le risorse investite negli ultimi anni a livello mondiale nello sviluppo di tecniche diagnostiche e terapeutiche innovative di tipo rigenerativo o bioingegneristico basate sull’utilizzo di cellule isolate dallo stesso paziente, il numero di tali tecniche che è entrato nella pratica clinica rimane molto limitato. Ciò è dovuto sia alle difficoltà degli operatori sanitari di gestire efficacemente tecnologie innovative che richiedono nuove competenze, che alla generale diffidenza nei confronti di nuove tecnologie. Inoltre, a fronte di un aumento dei costi dell’assistenza sanitaria, molti governi e assicurazioni stanno riducendo sempre più i livelli minimi di assistenza sanitaria garantiti alla popolazione. Il problema è ancora più grave nei paesi occidentali dove il generale invecchiamento della popolazione pesa notevolmente sull’assistenza sanitaria per le caratteristiche delle patologie e delle comorbidità che affliggono una popolazione anziana. In particolare, poi, la risposta non ottimale dei pazienti anziani a farmaci sviluppati per giovani crea ulteriori problemi di morbilità e peggiora la qualità della vita del paziente anziano con significativi costi sociali oltre che assistenziali. Risulta, pertanto, necessario sviluppare e introdurre nella pratica clinica tecnologie innovative che consentano di sviluppare farmaci specifici per il trattamento di patologie tipiche dell’anziano (ad es. patologie ossee) e che consentano di ridurre i costi dello sviluppo di farmaci, ad esempio riducendo l’uso di modelli preclinici animali ricorrendo a modelli cellulari delle patologie studiate.

Il partenariato internazionale, coordinato dall’Università della Calabria, comprende la Ghent University, (Belgio), la Tel Aviv University (Israele), la Technische Hochschule Mittelhessen (Germania), due centri di ricerca quali l’ATHINA-EREVNITIKO KENTRO KAINOTOMIAS STIS TECHNOLOGIES TIS PLIROFORIAS, TONEPIKOINONION KAI TIS GNOSIS (Grecia) e il Consorzio Hypatia (Italia) e sei aziende specializzate nei campi di pertinenza del progetto, quali la francese Elvesys, la austriaca Lithoz, la polacca CTAdventures SP ZOO, la greca Efiis Sistemiki Viologia Monoprosopi Ike, e le italiane Cellex srl e 7HC srl. 

<<Esprimo grande soddisfazione per questo nuovo importante successo che ci ripaga degli sforzi compiuti nel corso degli anni per incrementare le nostre capacità di intercettare fondi da bandi competitivi internazionali - ha affermato Francesco Valentini, senatore accademico, Commissione Ricerca e Terza Missione -. Mi preme evidenziare il ruolo fondamentale dell’Area Ricerca Innovazione e Impatto Sociale dell’Ateneo che ha fornito e fornisce un fondamentale sostegno ai docenti che intendono mettersi in gioco a livello internazionale>>.   

tags

unical ricerca progetto UE invecchiamento patologie cellulari modelli Osteonet

Published in